L’Anfiteatro Romano di Vasto, situato nel cuore della città sotto Piazza Rossetti, rappresenta uno dei resti archeologici più importanti dell’Abruzzo. Sebbene non sia completamente visibile a causa delle successive stratificazioni urbane, la sua presenza è ancora tangibile e racconta un affascinante pezzo di storia romana.
Risalente alla fine del I secolo d.C. e alla metà del II secolo d.C., l’anfiteatro si inserisce nel periodo di massimo splendore dell’antica Histonium.
La sua costruzione, in opera mista di reticolato e laterizi, seguiva la tipica forma ellittica degli anfiteatri romani, con un asse maggiore di 113 metri e uno minore di circa 93 metri. L’arena centrale, dove si svolgevano gli spettacoli, misurava 81 metri per 62.
È realizzato in opera mista, ossia con un’alternanza di reticolato di pietre e filari di laterizi. Presentava un’ellisse irregolare con 41 arcate sul lato maggiore e 31 su quello minore. Si presume che le gradinate lignee addossate ai muri perimetrali potessero ospitare da 6.000 a 15.000 spettatori. Questa misura rende l’idea della grandezza e dell’importanza della Histonium romana nel periodo imperiale.
L’anfiteatro romano di Vasto era principalmente destinato ai munera gladiatoria, ovvero i combattimenti tra gladiatori, e agli spettacoli con animali selvatici, chiamati venationes.
Anche se non vi sono elementi archeologici a supporto di questa tesi, si è sempre ritenuto che nell’anfiteatro di Histonium si svolgessero anche delle naumachie, le battaglie navali. Questa tradizione è testimoniata dalla presenza di una via di accesso al sito, nota da sempre come via Naumachia, che si ritiene venisse trasformata nel canale di adduzione dell’acqua all’anfiteatro in queste occasioni.

Diverse porzioni dell’anfiteatro sono ancora sepolte a circa 5 metri di profondità sotto il livello del suolo attuale, ma pochi resti murari sono visibili sul lato orientale di Piazza Rossetti, all’interno delle vetrine dei negozi che ne fanno un elemento ornamentale.
Nelle fondamenta di Palazzo Palmieri è inglobato l’ingresso nord dell’anfiteatro. Una volta in disuso, l’anfiteatro costruito su di un pendio naturale si ricoprì di terra.
Nel periodo presumibilmente normanno il muro esterno dell’anfiteatro fu usato per realizzare il muro di cinta della città. Ora si trova inglobato negli edifici sul lato Est di Piazza Rossetti da cui ne deriva la sua particolare forma ellittica.