Il Corso de Parma, intitolato a Riccio de Parma, cavaliere della Disfida di Barletta di cui Vasto vanta i natali, è oggi parte dell’asse principale del centro storico, quella che porta da Piazza Rossetti a Palazzo d’Avalos e che costituisce la zona di maggior prestigio di tutta la città di Vasto.

Il Corso, in particolare, congiunge Piazza Diomede, su cui si affaccia l’ala est del Castello Caldoresco, con Piazza Lucio Valerio Pudente, antistante la cattedrale di San Giuseppe.

La sua posizione, unita al fatto che vi si affacciano alcune delle palazzine più belle della città, potrebbe far pensare che il Corso sia sempre stata la strada più importante di Vasto. La sua sistemazione in questa forma è avvenuta, invece, solamente a inizio Novecento e il suo assetto urbano è stato più volte modificato nel corso dei secoli.

Il tracciato dell’attuale Corso de Parma corrisponde approssimativamente al lato sud delle mura della città romana di Histonium.

Prima del Trecento questa zona della città risultava posta in mezzo ai due nuclei fortificati che erano sorti nell’Alto Medioevo: il Guasto d’Aymone, sorto sulle rovine della città romana, e Castel Gisone, sviluppatosi intorno ad una fortificazione probabilmente di epoca bizantina e corrispondente all’attuale campanile di Santa Maria.

Con il grande sviluppo mercantile del Trecento, i due insediamenti si svilupparono al di fuori delle vecchie mura, unendosi di fatto in un solo corpo urbano. Nel 1385, Re Carlo III di Durazzo concesse l’unificazione in una sola comunità che venne denominata Vasto d’Aymone e, nello stesso periodo, avvenne un ampliamento delle mura. Dove oggi Corso de Parma si apre in Piazza Diomede, nel Basso Medioevo c’era una porta “di terra” che si apriva verso il contado.

Da lì partiva una strada che portava al convento degli Agostiniani, oggi San Giuseppe, e ai suoi orti affacciati sul mare.

La successiva costruzione su questi del Palazzo di Giacomo Caldora, successivamente divenuto proprietà dei Marchesi d’Avalos, portò alla trasformazione della strada in “corsea”, ovvero luogo dove passavano in cavalli “in corsa” quando si recavano dal Palazzo alla Porta e viceversa. 

Con la costruzione delle nuove mura, terminate dal Caldora nel 1439, la Corsea terminava in un largo, l’attuale piazza Diomede, detto “del Castello” perché nel frattempo Caldora aveva inglobato nelle mura anche il Castello che prende il suo nome.

Accanto al Castello si apriva la porta omonima, adesso la principale tra le quattro della città in quanto collegata alla strada che portava alla capitale Napoli.

Con l’arrivo di Napoleone e la “sovversione feudale”, venne a decadere il marchesato dei d’Avalos. Vennero inoltre abbattute le mura e la città si espanse al di fuori del precedente tracciato urbano. La Corsea veniva così a perdere il suo ruolo di congiunzione fra la porta di Castello e il palazzo marchesale per acquistare una nuova centralità commerciale.

La spianata di fronte al Castello, l’attuale Piazza Rossetti, era infatti diventata il luogo del mercato boario e delle fiere che richiamavano gli abitanti del contado. La Corsea si popolò quindi di artigiani e ciabattini, tanto da assumere il nome di “Corsea degli Scarpari”.

Negli anni fra il 1910 e il 1912 la Corsea fu allargata attraverso la demolizione di una fila di edifici sul lato Nord. I nuovi palazzi che vennero costruiti ripresero, con quasi un secolo di distanza, lo stile neoclassico di Palazzo Palmieri, il complesso eretto dall’architetto Pietrocola sulle rovine del Castello Caldoresco.

Palazzo Mattioli in corso de Parma
Palazzo Mattioli

Il palazzo più importante è Palazzo Mattioli, all’angolo con via Bebbia, oggi proprietà del Comune e sede di esposizioni. Si presenta su entrambe le facciate con un piano terra a bugnato semplice e, ai piani superiori, con quattro semicolonne, dette lesene, e fra di esse, tre balconi o finestre.

Nel 1895 vi nacque Raffaele Mattioli, che sarebbe poi diventato il più importante banchiere italiano del Novecento, presidente della Comit e fondatore di Mediobanca.

Di fronte, all’angolo con vicolo Raffaello, Palazzo Fanghella ha un aspetto simile, sempre con tre piani e tre ordini per facciata, ma presenta solo finestre al primo piano e balconi al secondo.